Biografia

Correva l'anno 1961.... Ricordare gli inizi della sezione A.V.I.S. di Inveruno è molto piacevole. Entusiasmo e volontà di creare qualcosa che permettesse subito di aiutare le persone che ne avevano bisogno, donare per salvare vite umane, queste sono state le molle che hanno spinto un gruppo di inverunesi ad andare di cortile in cortile a fare propaganda nelle famiglie, a cercare tra amici e parenti 35 persone che accettassero di diventare donatori, così da permettere ad Inveruno di avere una sezione A.V.I.S. autonoma. Fu chiesto a 3 donatori residenti ad Inveruno, già iscritti in un'altra sezione, di dimettersi e di iscriversi nella nostra. Due grandi benefattori: il Dott. Ernesto Azzalin e il Comm. Giovan Battista Belloli sostennero le prime spese necessarie per dotarci di una sede idonea. Il 2 luglio 1962 fummo affiliati all'A.V.I.S. nazionale, il 1 ottobre 1962, dopo aver eletto il Presidente e il Vicepresidente della sezione Comunale, ci fu la prima Festa Sociale, con la benedizione del Labaro, l'intervento delle autorità civili, religiose e la partecipazione degli inverunesi. Il primo Presidente Giovanni Mollo, che fu uno dei promotori di questa nuova avventura, rimase in carica per 12 anni, durante i quali con determinazione e volontà permise alla sezione di crescere e rafforzarsi. Inizialmente i donatori venivano mandati all'Ospedale di Magenta, poi in quello di Cuggiono, sempre con molto senso di altruismo e di disponibilità. In quegli anni ci capitò anche di donare il sangue con trasfusione diretta: due lettini accostati con il medico che seguiva il passaggio del sangue tra donatore e trasfuso.

Ogni anno il sanitario eletto della nostra sezione, il Dottor Carlo Pettenati, dopo la sua giornata di lavoro in ambulatorio, ci convocava per una visita di controllo (schermografia, cardiogramma e controllo della pressione). Con gli anni si è passati dalla chiamata per esigenze di gruppo sanguigno a una chiamata programmata, per ogni singolo donatore. Dal 1961 ad oggi (2015) i soci sono stati 750, le procedure e i regolamenti sono cambiati, ma l'entusiasmo che spinge a donare non è mutato.